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Cenni storici

Fondata nel 530 a.C. da un gruppo di esuli politici provenienti da Samo, alla città fu dato il nome di Dicearchia, cioè governo giusto, in polemica contrapposizione al governo della propria patria dominata dal tiranno Policrate.
Dicearchia fu soggetta al controllo della vicina e potente Cuma fino al 421 a.C., anno in cui i Sanniti occuparono tutta la regione flegrea.
I Romani, che avevano conquistato la Campania nel 338 a.C. cambiarono il nome di Dicearchia in Puteoli, cioè piccoli pozzi, molto probabilmente a causa delle sorgenti termominerali che numerose sorgono ancora oggi dal terreno.
A partire dal II secolo a.C. iniziò l’ascesa economica di Puteoli che, nel ruolo di porto commerciale di Roma, si trasformò ben presto in una città cosmopolita dove trovarono ospitalità mercanti di tutto il Mediterraneo antico: Egiziani, Greci, Fenici, Eliopolitani, Ebrei, Nabatei ed altri.
Nella primavera dell’anno 61, su invito di un gruppo di fratelli cristiani, vi sostò per una settimana San Paolo, che da Cesarea era diretto a Roma per esservi processato.
Con la costruzione del porto di Ostia Puteoli perse il monopolio del commercio marittimo con Roma, ma il declino della città non fu immediato, tanto che la maggior parte dei suoi momumenti appartiene al periodo tra Vespasiano e Adriano.
La vera fine di Puteoli fu segnata verso il IV – V secolo dall’accentuazione del bradisismo discendente, che sommerse le opere portuali, e dalle invasioni barbariche, che la trovarono priva di una cinta muraria in grado di difenderla.
La parte bassa della città venne allora abbandonata e i pochi abitanti rimasti si rifugiarono sull’acropoli, che da allora fino agli ultimi anni del XIII secolo costituì il Castro puteolano, agglomerato di misere case sorte attorno alla cattedrale costruita sui resti dell’antico tempio di Augusto.
Qui mito, storia, cultura si fondono, ancora oggi, fra scenari d’incomparabile bellezza, racconti di rara suggestione, evocati da rovine preziose mai dissolte; Puteoli fu cuore pulsante dei mitici Campi Flegrei, cari a Virgilio e ai poeti del mondo antico. I potenti e gli imprenditori più importanti dell’impero romano avevano casa di villeggiatura su queste sponde incantevoli.
Poi il degrado, i lunghi secoli della decadenza.
Di questo periodo si hanno poche e frammentarie notizie.
Il 9 maggio 1296, con real privilegio di Carlo II D’Angiò, Pozzuoli fu affrancata dal dominio feudale e dichiarata città demaniale. Favorita dall’autonomia amministrativa, l'”universitas” puteolana conobbe un intenso sviluppo edilizio ed economico: furono costruiti nuovi edifici, sia pubblici che privati; furono incrementati il commercio, la pesca, l’agricoltura. Anche l’attività termale, mai interrotta nei secoli precedenti, ricevette nuovo slancio grazie alla costruzione di un complesso ospedaliero con centoventi posti letto e una chiesa, in località Tripergole presso il lago Lucrino.
Agli inizi del 1500 il fenomeno del bradisismo, già da secoli in fase ascendente, si intensificò e fu accompagnato negli anni da una serie di terremoti, fino a quando, nella notte tra il 29 e 30 settembre 1538, un’eruzione portò alla nascita del Monte Nuovo, un piccolo cratere che ingoiò il villaggio di Tripergole e buona parte del lago Lucrino.
Dopo un breve periodo di abbandono, la città fu ricostruita grazie agli aiuti del vicerè spagnolo don Pedro Alvarez de Toledo, che vi si fece anche costruire un magnifico palazzo con torre e giardini.
La storia di Pozzuoli nei secoli successivi non presenta avvenimenti degni di rilievo. La città era nota soprattutto per le rinomate acque termali e per le grandiose vestigia romane, che la inserivano tra le tappe del gran tour dei viaggiatori europei. Neanche la caduta dei Borboni e la nascita del nuovo Regno d’Italia apportarono grandi cambiamenti nella sonnolenta vita della città.
Solo a partire dagli ultimi decenni dell’Ottocento Pozzuoli esce definitivamente dal suo isolamento grazie all’insediamento del cantiere inglese Armstrong, che ne fa uno tra i principali centri industriali del Mezzogiorno d”Italia, e al notevole miglioramento delle comunicazioni, che permettono un veloce e continuo scambio di uomini, idee e prodotti con la vicina Napoli.
La storia recente di Pozzuoli è nota: segnata profondamente dalle due crisi del bradisismo, 1970 e 1983, e costretta ad un esodo forzato della sua popolazione, la città sta faticosamente recuperando la propria identità, anche se la strada è ancora lunga e ardua.

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